L’Italia è stata la culla della scherma dalla fine del 1200 al 1700. Anticamente la scherma veniva chiamata Scrima ed era una prerogativa assoluta della classe nobiliare. Sono stati scritti diversi trattati su questa disciplina che in ordine cronologico sono: “Flos duellatorum” (Ferrara 1409) autore Fiore Dei Liberi. Primo grande trattato sulla Scrima in Italia. “De arte gladiatoria dimicandi” (Urbino 1450) autore Filippo Vadi. “Opera nova” (Venezia 1531) autore Antonio Manciolino. Qui si pongono le basi della scherma moderna. “Opera nova chiamata duello, o vero fiore dell’armi” (Modena 1536) autore Achille Marozzo. “Trattato di scientia d’arme” (Roma 1553) autore Camillo Agrippa. Di scuola milanese-bolognese (che in quel periodo erano le migliori in Italia e in Europa). Qui si definisce la scherma moderna definendo le seguenti prerogative:

  1. quattro guardie principali anzichè le precedenti otto o dieci.
  2. preferenza del colpo di punta, molto più efficace rispetto al taglio.
  3. modo di muoversi in relazione all’avversario.