All’interno del pianeta Wing Chun un solo allievo del G. M. Yip Man si è distinto per la sua formidabile capacità combattiva, tanto da essere conosciuto con il nome di “Gong Sao Wong”, che significa “il re del parlare con le mani” (“The King of the challenge match” per i giornalisti inglesi). Prima di incontrare quello che fu per tutta la sua vita il suo maestro, Yip Man, Wong praticava boxe occidentale e Tai Chi Chuan. Ben presto si guadagnò la stima del suo maestro divenendo famoso per i suoi “beimo”, combattimenti senza regole e protezioni, che in quel periodo erano piuttosto frequenti tra i marzialisti ad Hong Kong. Sicuramente la sua esperienza nel campo dei combattimenti reali, influenzò positivamente lo sviluppo del Wing Chun. Wong iniziò i beimo all’età di 17 anni ed essi continuarono fino ai 32 anni. Di questi combattimenti ne sono documentati almeno 60 testimoniati dai giornali e dalle riprese delle TV locali, ma sono in molti a sostenere che ne abbia fatti di più di un centinaio. È importante considerare che si trattava di confronti con altri esperti di arti marziali e non con incompetenti. Il G. M. Yip Man in più di un’occasione tenne conto dei suggerimenti che Wong Shun Leung gli dava e li inserì all’interno del sistema.
Yip Man segue i suggerimenti di Wong
Una delle più importanti modifiche all’interno del sistema fu l’inserimento del Gan Sao nella 3° parte della prima forma, la Siu Lim Tao. Questa veniva insegnata senza Gan Sao, perché il Jam Sao in effetti era in grado di controllare praticamente tutte le tecniche portate contro la parte bassa del proprio corpo. Accadde però in un combattimento, che Wong colpì il suo avversario ad un occhio, ma non con tanta precisione da poterlo mandare K.O. Costui era molto più alto di lui, crollò in ginocchio con una mano portata istintivamente a proteggere l’occhio ferito e l’altra che tirava un pugno avanti a sé alla cieca. Wong non controllò completamente il pugno col suo Jam Sao, fu costretto a fare un passetto indietro e da quella posizione ripartì all’attacco mandando il suo oppositore al tappeto con un pugno definitivo. Yip Man che teneva in grande considerazione le esperienze del suo pupillo, acconsentì ad inserire nella Siu Lim Tao anche il Gan Sao, sebbene servisse raramente. Solo i suggerimenti di Wong Shun Leung indussero il G. M. Yip Man ad apportare modifiche all’interno del sistema.
Famoso ad Hong Kong e in Cina
Ciò che contribuì ancor più a rendere famoso Wong fu il fatto che egli non aveva un fisico possente. Era alto 1 metro e 49 cm. e basta vedere le sue foto a petto nudo da giovane, per capire che il segreto delle sue vittorie non stava certo nella sua forza fisica. Era decisamente veloce, ma lo erano anche i suoi avversari. Il suo asso vincente era la sua abilità nel Wing Chun. La sua fama sconfinò dal sud della Cina, tanto che fu invitato dall'”Institute Chinese Wushu Research” di Pechino a tenere lezioni. Questo anche in considerazione del fatto che Wong Shun Leung aveva forgiato allievi che seguivano le sue orme, e tra questi alcuni occidentali. Una sua allieva divenne “All Asian Women’s Martial Arts Champion”. Malgrado la grandissima reputazione che aveva, egli rimase nella palestra del suo maestro Yip Man fino alla morte di quest’ultimo, mentre molti altri con meno esperienza di lui preferivano aprire un loro kwoon. Nell’ultimo periodo della vita di G. M. Yip Man, Wong è stato il suo assistente ufficiale. Un giovanotto di nome Bruce Lee fu affidato da Yip Man a Wong, che ne fu di fatto il vero insegnante, come si evince nella genealogia del più grande portale sul Wing Chun, Planet Wing Chun.
La Omega
Scopo della Omega (Organizzazione Marzialisti E Gong-Fu Amatori) è essenzialmente la diffusione del Wing Chun tradizionale, seguendo la linea diretta che passa da G. M. Yip Man e da Master Wong Shun Leung. Per questo motivo mi sono formato alla scuola di suoi tre allievi diretti e prima di essere ammesso alle loro lezioni mi sono informato se il loro Wing Chun rispettava la filosofia del maestro, per quanto concerne il combattimento. Il programma didattico mira essenzialmente a non legare il praticante a tecniche specifiche o a sezioni di Chi Sao, al contrario lo porta ad essere fluido e quindi ad agire in base ai principi. Questi ultimi sono il riferimento costante dell’insegnamento cosicché il praticante forgerà una forma mentis che lo porterà ad essere veramente libero nelle sue azioni. I principi del sistema guideranno i suoi movimenti e la sua mentalità combattiva non sarà legata al “se ti fanno questo, rispondi così!”. Un istruttore della Omega si sforza di far capire agli allievi che se i principi idealmente sono perfetti, matematici e geometrici, essi si applicano in modo diverso a persone di differente corporatura. Contemporaneamente il praticante è portato a comprendere che il Wing Chun ideale è un perfetto equilibrio di struttura e sensibilità e che le due componenti devono per forza di cose andare di pari passo, come lo Yin e lo Yang del famoso simbolo taoista. Ad un determinato livello di struttura deve corrisponderne uno adeguato di sensibilità e viceversa. È chiaro che tanto più se ne avrà di entrambi, tanto meglio sarà, per cui scopo della pratica sarà di aumentarle entrambi in maniera equilibrata.
Archimede Tentindo